ATENE (26 settembre) - Non pervenuta. Non ci siamo andati. Se il
nostro socio Giorgio legge quest’articolo ha già capito cosa deve fare se
vuole vincere l’Eurolega.
MADRID (3-5 ottobre) - Partenza in aereo da Bologna nel pomeriggio
del Giovedì e arrivo nella capitale spagnola all’Hotel Colon (gli iberici
sperano che a noi la coppa sia indigesta).
Arrivo al palazzo che i ragazzi stanno facendo
riscaldamento (ho fame ! non c’entra niente ma io c’ho fame lo stesso). Frosini
ha male alla spalla e si allena tirando di sinistro e ci prende più di Stefano
quando tira di destro. Sul biglietto hanno scritto Bolonia, ma noi non abbiamo
sbagliato partita, anche se così la pensano quelli dell’Estudiantes che vedendoci
entrare al Palazzo con il nostro gruppo di mogli e mariti, figlie e figlie,
zii e zie, ci guardano come fossimo usciti in mutande sulla Piazza Rossa il
giorno di Natale.
La partita finisce come ovvio (se no stavamo
a casa!), ma, quello che è più importante, è che finisce in "rissa". No, non
la solita rissa tra gente che di basket non capisce nulla, ma tra tifosi italiani
e spagnoli che fanno a gara per scambiarsi le sciarpe in un gemellaggio non
programmato ma che dovrebbe fare capire tante cose a gente che si rifiuta
di capirle.
Ben predisposti dalla vittoria finale affoghiamo
i nostri "piaceri" tra litri di sangria e paella di vario tipo. Cari Crotty,
Myers & co., voi avete vinto il vostro match, ma il nostro match comincia
adesso.
Venerdì e Sabato, sono infatti dedicati
alla visita della città e allo shopping inframmezzati dal solito ritrovo eno-gastronomico
che a Madrid è di grande rilevanza.
Sabato sera, contenti due volte, torniamo
a Bologna non senza avere imparato che: