Non sono mancate
voglia ed applicazione, non si può certo recriminare sul cattivo
atteggiamento della squadra nel suo complesso, ma è evidente che
siamo davanti ad una vera e propria crisi di gioco e di idee.
Diverse cose stanno cambiando, Repesa
si è accorto che quintetti troppo leggeri non possono più funzionare
una volta svanito l'effetto sorpresa e sta andando alla ricerca di
nuovi equilibri con gli effetti collaterali scontati, gli schemi
variano, i nuovi meccanismi lenti ad ingranare e i giocatori con
meno personalità, leggi capacità di crearsi un tiro da soli, a
vagare persi per il campo ...
La sconfitta di Treviso ha segnato un
nuovo punto di partenza, la fine di un momento magico che non poteva
durare a lungo e l'inizio di una nuova era che solo il tempo dirà se
altrettanto positiva della precedente o cosa.
Di certo oggi la scelta di non
sostituire degnamente Delfino la si sta pagando con gli interessi, una volta
risvegliati dal sogno ci stiamo rendendo conto di essere un paio di
piste dietro alle primissime d'Europa, sia per la qualità dei
singoli sia per l'esperienza media, ma nulla vieta di accontentarsi
degli evidenti miglioramenti palesati dai giovani e di attendere con
altrettanta pazienza la potenziale crescita di Bagaric, oggetto
misterioso, ma pur sempre uomo su cui lavorare con grande speranza.
A queste condizioni, affrontare
squadre come l'Efes sul suo campo, ai suoi ritmi, è impresa non alla
nostra portata, non almeno fino al momento in cui i trascinatori di
inizio anno, Douglas e Rancik, ci faranno capire di poter dire la
loro a questi livelli, in incontri in cui la fisicità, fattore a
loro non congeniale, la fa da padrona.
Vujanic è tornato ad essere gioia e
dolori, lontano anni luce dal regista classico, resta un ottimo
attaccante, ma nel momento in cui è al timone di una squadra che non
sa che pesci pigliare e si affida ai siluri di Basile come unico
schema efficace, i suoi punti, sempre sufficienti, non servono, se
non si innescano i compagni, si rischia di insaccare i 18 punti più
inutili di sempre.
Detto che Douglas continua
imperterrito a giostrare nelle stesse zone di Basile e a non fornire
uno straccio di gioco senza palla efficace, resta da chiedersi dove
finiscano i difetti di costruzione del gioco e dove inizi la
latitanza, voluta o meno, dei nostri lunghi ...
Gli obiettivi restano sempre gli
stessi, nelle prime quattro ovunque in Italia e nelle Top16 in
Europa, risultati alla portata, ma poco altro, ci diventa difficile pensare di poter fare
lo sgambetto alle grandi come pure Treviso, che solitamente riesce a
metterci sempre la pezza, aggiungendo il solito innesto di gennaio.
Siamo sempre più convinti che ci
mangeremo le mani pensando all'occasione buttata al vento quando,
presentandosi con la giusta convinzione, si poteva tenere lontana
l'avversaria di sempre.
Cosa dicono le cifre :
Una volta tanto i
rimbalzi non sono stati preda facile degli avversari, 37 a
32 per i nostri, ma è un dato bugiardo, è da ricercare proprio al centro dell'area il motivo principale della
sconfitta. Con grande pazienza, pallone dopo pallone i mille
rifornimenti ai lunghi hanno dato i loro frutti e insistendo in
questo gioco hanno preso in mano le redini dell'incontro, sia con lo
sgusciante Nikolic che con il più prestante Prkacin.
Impalpabile Bagaric, sparito Lorbek
dopo le prime buone cose, non pervenuti i loro colleghi, tutto il
peso della partita è stato lasciato in mano agli esterni che una
volta ancora hanno fatto capire che i tiri in avvicinamento non sono
il loro pane ...
La difesa chiusa a riccio dell'Efes
non aiutava, ma il 42,5% al tiro da due è percentuale con la
quale non si va molto avanti quando affronti certi tipi di squadre.
Up & Down :
Se dobbiamo trovare qualcosa di
diverso dal grande cuore del Capitano allora andiamo sul giovane
BELINELLI, anche lui perso nei meandri di gerarchi poche chiare,
ma capace di lampi di talento unico.
Quando si dice che la gara l'hanno
fatta i lunghi avversari e il tuo centro titolare porta alla causa
un bel -7 di valutazione in 13 minuti, abbiamo detto tutto della
prestazione di BAGARIC, sempre più alle prese con il passo
del gambero, uno in avanti, due indietro. |