Una tappa di trasferimento in attesa
del tappone dolomitico, fossimo simpatizzanti del ciclismo
definiremmo in questo modo la gara di oggi, giocata bene, vinta con
maggiori difficoltà rispetto al solito, ma indubbiamente disputata
con una concentrazione ed un agonismo troppo blandi per non credere
che parte del cervello fosse sintonizzata sul big match di
domenica.
La striscia aperta di 14 vittorie
finisce negli annali ed ingolosisce lo scalpo nobile della possibile
numero 15, ma non sono certo i record che interessano a Repesa
quanto la prima vera prova di maturità per un gruppo che non ha
incontrato ostacoli rilevanti sul suo cammino, con l’insidia che
queste situazioni celano, ovvero il dubbio che possa essere dipeso
più dalla morbidezza dell’avversario che dalla reale potenza dei
nostri.
Nessuno pretende la vittoria, ma
incuriosisce la reazione psicologica di una squadra che da due mesi
scherza chiunque e si trova ad affrontare sul suo campo quella che
potrebbe essere una delle candidate più attendibili al tetto
d’Italia e d’Europa. A Siena lo scorso anno è stato sempre un
massacro, mai abbiamo avuto la benché minima possibilità di sbancare
il Palasclavo e uomini come Vanterpool e Thorton hanno sempre
disposto della nostra difesa a loro piacimento.
Si dovrà reggere l’urto e nel caso,
probabile, di una sconfitta, che questa non sia pesante come quella
che ruppe gli equilibri a favore delle Kinder stellare sulla strada
del grande slam. L’arroganza e la supponenza di quel gruppo non sono
difetti propri di questo, la coesione
molto più forte e i rapporti umani del tutto migliori, difficile
pensare ad un tracollo come quello, ma tanti anni di delusioni hanno
lasciato un segno che non va via, la paura dei corsi e ricorsi
storici è difficile da nascondere.
Tornando alla partita, stupendo
secondo quarto di Vujanic, una scheggia a spaccare in due la difesa
serba sia in palleggio che grazie ad una paio di assist da urlo, uno
decisivo per Douglas, un lancio a tutto campo per il contropiede che
ricuce lo svantaggio maturato nei primi minuti e sposta in maniera definitiva l’inerzia della gara
verso le mani capaci della Climamio.
Come al solito tante cose buone di
Basile in apertura e di Pozzecco e Douglas in chiusura, con una
presenza sostanziosa dei due giovani indigeni. Un discorso a parte
merita Lorbek, a suo agio con i tanti coetanei o quasi, un tuffo nel
passato recente di campione europeo Under 20 per una prestazione meravigliosa, testimonianza sia del suo indubbio talento che della sua
personalità ancora troppo infantile, paga spesso la sudditanza verso
i giocatori più scafati, un limite che con il raggiungimento della
maturità si spera accantoni.
Cosa dicono le
cifre :
Anche in una partita dove l’intensità
ha lasciato a desiderare sono arrivate 21 palle perse per gli
avversari, tenuti ad un misero 47,2% nel tiro da 2,
soliti segnali di una difesa che anche a giri ridotti porta buoni
frutti.
In attacco si è abusato meno del tiro dalla lunga dopo la partenza solita del Capitano,
complicato impedire a Basile i suoi tentativi ignoranti quando è
così incisivo, ma lo stesso sono arrivati 25 tentativi per un
modesto 36,0%, forse troppi nella serata in cui avvicinarsi a
canestro è parso una formalità, il 74,3% brilla come un
diamante.
Sono scesi in campo 21
giocatori, leviamo i due che hanno giocato il tempo di uno
sbadiglio, su 19 ben 13 hanno eseguito tentativi dalla
linea dei tre punti e tra i nostri non ha partecipato Pozzecco.
O si sposta la linea, oppure chi si
lamenta dei troppi tentativi non fa altro che far riferimento ad un
basket che fu ...
Up & Down :
Sulle prime ha patito l’emozione, l’avvio di VUJANIC è
stato confusione allo stato puro, poi ha cambiato la faccia alla
partita e non si è più fermato, massimo stagionale ed un 31 di
valutazione in 26 minuti che spiega perfettamente la prestazione
super contro i suoi vecchi colori.
Lo sapevamo che avrebbe faticato
oltremisura per adattarsi al gioco spumeggiante voluto da Repesa, ma
BAGARIC sta attraversando un fase di involuzione, con lui in
campo non si difende e l’atteggiamento indolente non aiuta.
La scommessa era forte, il passaporto
tedesco ha ammorbidito il tutto, ma il tempo è ancora dalla sua,
anche per Dalibor la parola pazienza è d’obbligo, ad oggi non è un
giocatore affidabile. |