Complicato, tortuoso, pieno di dubbi, il rapporto
tra la
Fortitudo e
l'ex
Hoosier, uno dei tanti
allievi del maestro
Bobby Knight, inaspettatamente si ricompone
La
stagione passata era stata teatro della prima puntata di questo
melodramma,
Guyton, liberato dai
Bulls, non
trova altro che disputare un paio di gare con i
Warriors e di fatto entra prepotentemente
nella lista dei giocatori di sicuro interesse stilata dal nostro
G.M., alla caccia di una
seria alternativa al deludente
Scepanovic
Purtroppo la sua voglia matta di
NBA si dimostra un legame
troppo forte, dopo il primo contatto si alza la fumata nera, dice,
c'è ancora speranza di trovare un nuovo contratto, ne riparliamo più
avanti ...
Passano i mesi,
Vlado non si riscatta come
non migliora il rendimento della squadra sui campi della penisola e allora
Savic decide di
riprovarci,
A.J. capitola e si
presenta
alla corte di
Repesa con lo scopo
principale di ridare smalto ad un gruppo che non ne voleva sapere
di trovare il bandolo della matassa
Le prime prestazioni sono davvero poco felici, si
dimostra per nulla adatto a destreggiarsi nel ruolo di play, in
difesa il suo fisico esile e i suoi pochi centimetri non lo identificano
come un mastino da inviare in missione ed anche al tiro non offre
spunti particolari al suo nuovo pubblico
Lentamente, senza
grandi scosse, si conclude la peggiore stagione regolare mai disputata dalla
Fortitudo nei tempi
moderni e solo un curioso gioco di incastri porta la squadra
bolognese dal lato più semplice del tabellone dei
playoff
Il nostro non ha
contribuito a quel salto di qualità sperato e anche sugli spalti in tanti rumoreggiano,
ma
l'unico parere che sposta gli equilibri è il giudizio del picconatore
principe
Se possibile, il suo atteggiamento è
anche peggiore di quello di Goldwire,
tuona
Seragnoli, una sentenza
che lascia poco spazio alla fantasia, solo
Repesa
dalla
sua postazione privilegiata continua a difenderlo, ma il
retaggio del passato è duro a morire ...
Siamo alla gara di ritorno conto
Trieste,
ottavi di
playoff, quando arrivano i primi segnali di vita, una
serie di triple in apertura spaccano la partita e tolgono dubbi sul risultato finale,
niente di eclatante, un buon viatico per la
durissima serie che ci attende, avversario la temibile
Oregon,
bella riposata, pronta farci a fette al
Pianella
Il
risultato finale non sarà quello atteso, arriverà puntuale la
sconfitta ma è da questo momento che la stagione prende una svolta

Basta coi lunghi passaggi a vuoto dopo inizi
promettenti,
A.J. inizia
martellando e
prosegue imperterrito, alla fine i punti saranno
26, massimo in
maglia
Skipper, ottenuti grazie ad un
favoloso
8/12 da
3, prestazione balistica
che svela l'arcano e ci fa conoscere le doti migliori del
ragazzo, la rapidità di esecuzione nel tiro da fuori,
la diabolica abilità di sfruttare i blocchi e la per nulla
disprezzabile sensazione di essere davanti ad un giocatore che offre il meglio di
se sotto pressione, avido di palloni pesanti ...
Suo il canestro
del
-1 in
gara4 che afferra per i
capelli una partita quasi persa, suo anche
un
canestro nel finale di
gara5 di semifinale
contro la
Lottomatica che ci permette
di giocare la
partita fino all'ultimo secondo, col risultato a tutti noto
Lasciamo
Guyton
mentre mette a segno l'ennesima perla, la tripla che riapre
gara4 di finale scudetto,
un canestro folle che purtroppo non serve a nulla contro i
liberi segnati da
Edney e lo lasciamo
con ancora addosso la febbre da NBA,
una malattia che che non gli permette di usare la
razionalità presente in un giovane decisamente intelligente e
lontano dallo stereotipo del giocatore di colore
Savic
è pronto a riconfermarlo, ma inizia un lungo braccio di ferro, conclusosi con
un triste addio, diventato poi un arrivederci, che, parole dello
stesso A.J., sarebbe stato
il più grande errore della sua pur giovane carriera
Difficile dargli
torto, il seguito di questa vicenda riporta un interesse estivo
dei Pistons mai sfociato
in un contratto e l'approdo a Tel Aviv,
sponda Hapoel, esperienza
iniziata male e terminata peggio, passando attraverso dissapori
col coach, col quale il rapporto personale non deve mai essere
decollato come nei loro piani
Il nostro
minimizza, i media locali riportano fatti antipatici, ma non
possiamo giudicare quello che non abbiamo vissuto in prima
persona, ci accontentiamo di rilevare il 37%
nel tiro da 3 e i
11,6 di media
Oggi si mette
quindi fine
a questa storia piena di colpi di scena, A.J.,
nato il 12/02/1978 a
Peoria (Illinois) torna a
Bologna
cospargendosi il capo di cenere, facendo capire che il
morbo è stato combattuto e vinto e la sua mente è sgombra, pronta a
concentrarsi per raggiungere il massimo apice della sua
carriera sui campi europei e non altrove
Cosa potrà offrire
a questa Skipper un giocatore come
lui non è facilissimo a
spiegarsi, le sue doti sono, sulla carta, doti che mancano,
dovrebbe sgravare Basile
dal ruolo di unico tiratore affidabile, potrebbe sollevare Delfino
da compiti di regia nei quali si applica solo perchè a ricevere
il pallone per il tiro non può essere lui, tiratore mediocre, ma
sono enigmi che noi lasciamo, con malcelata soddisfazione, nelle abili mani del nostro condottiero ...
In molti, leggendo le
cifre della scorsa stagione, 21 partite,
12,3 punti segnati in
27,7 minuti di utilizzo
con percentuali non roboanti,
46,7% da
2,
38,7% da
3 e
75,0% dalla lunetta,
potrebbero chiedersi su cosa si basavano le sue
speranze di giocare da protagonista in una delle franchigie
NBA
Guyton
ha un percorso scolastico di primissimo ordine, ha giocato
4
anni ad
Indiana, una della
Università americane più famose, una di quelle con il programma sportivo spinto ai massimi livelli, guidata da
uno dei coach più carismatici di sempre, quel
Knight conosciuto dai più
per i suoi maglioni non esattamente in
linea coi dettami dell'etichetta richiesta agli allenatori della
NCAA, oppure per il suo
carattere estroverso, ma quello che conta è che sia uno dei
tecnici più bravi (ed esigenti) della storia recente
Durante questi anni raccoglie tutte le
menzioni d'onore immaginabili, sempre in doppia cifra, termina la
stagione da senior con
19,1 punti di media e,
globalmente, con
16,4 in
128 partite, un massimo di
34 contro
Michigan State risultando
il giocatore con più canestri realizzati (anche un ottimo
41,4% su
684 tentativi) dalla lunga
distanza di tutta la storia dell'Ateneo
Con queste
credenziali
viene chiamato
dai
Bulls al
numero
32,
quindi una scelta non certo alta, segnale che nella Lega
maggiore qualcuno si era già posto il problema della sua
collocazione in campo, taglia fisica da point guard, ma impostato come
guardia tiratrice, ruolo che su quei parquet è proprio di
giocatori molto più alti e prestanti
Nonostante questi
dubbi riesce a rientrare nei loro piani e trova persino una
buone dose di minuti per mettersi in mostra, ma una discreta
prima annata non trova conferme in quella successiva
La sua esperienza
termina in questo modo, consegnando alla storia cifre che
recitano 5,5 punti in 15,6
minuti, un high di 24 e
una media al tiro da 3 vicina al
38%, niente a che vedere
con le rosee prospettive dei tempi del College
Un tormentone dei
fumetti di una vita fa recitava tutto
è
bene ciò che finisce bene,
A.J. è nuovamente
con noi, indosserà la maglia numero 18,
un numero in più di quella indossata lo scorso anno, con la
sottile speranza che non sia solo il numero di gioco a fare un
passo avanti rispetto al passato più recente ...
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