Gara fotocopia di
quella di domenica scorsa, magari non nell'evoluzione del punteggio
o negli attori principali, ma lo stesso tema ripetuto come un disco
rotto
Deconcentrazione ai massimi livelli, difesa ipnotica per lunghi
tratti, caterve di mattoni gettati sul ferro dalla lunga, gioco corale questo
sconosciuto, fino alle battute finali dove grazie ad una manciata di minuti
come si deve i nostri fermano l'attacco francese e si impadroniscono
della partita
affettando la loro linea difensiva con una serie di contropiedi
d'annata
Anche oggi non c'è stata trippa per gatti, i nostri, sotto le
plance, mentre l'atletico due metri scarsi Pietrus
portava a casa, crediamo, il suo carrier high in Eurolega alla voce
punti, rimbalzi e forse anche valutazione globale
La paura è stata tanta,
ma se è andata bisogna in
primis ringraziare la mediocrità dell'avversario, un squadra onesta
priva di una figura come Erdmann, prima punta designata,
sostituito indegnamente da un ex NBA spaesato come Sasser, poi il
rigurgito di orgoglio di Delfino, finalmente una prestazione degna
del suo futuro, senza dimenticare le improvvisazioni di Guyton e la
tripla decisiva insaccata sul finire dal Capitano, sempre più l'uomo
su cui puntare tutte le fiches a nostra disposizione
Purtroppo la mancanza cronica di Mottola, le ultime notizie lo danno come indisponibile se non in
caso di allarme rosso, e del lungo che per l'Eurolega
resterà una chimera, ha tolto da ogni giocata offensiva della
l'opzione dell'appoggio in post basso, non si vede più un'azione
conclusa con un tiro spalle a canestro, non siamo più in grado di
aprire le difese con ribaltamenti di fronte e praticamente tutte gli
schemi ifiniscono con un tiro frontale o con una
penetrazione, fondamentale che però non fa parte dei punti forti del
nostro bagaglio tecnico
Spesso ci siamo lamentati dei buchi
difensivi del biondo scandinavo, ma i suoi 20 minuti circa passati
nell'altra metà campo erano comunque parte integrante del sistema
studiato da Repesa e non è certo facile farne a meno da un
momento all'altro, doveva arrivare Ford, se ne è andato anche
Mottola ...
Aumenteranno, anzi sono già
aumentate, le soluzioni individuali, spesso tiri da oltre l'arco e
anche le prossime partite seguiranno
questo canovaccio, gioco sempre più veloce, tiri presi non appena la
difesa concede un metro sperando di trovare ancora una volta l'uomo
giusto pescando dalle tanti rotazioni degli esterni, credendo in una
applicazione difensiva dissimile a quella proposta dai nostri nelle
ultime settimane
Perso
nel fitto del bosco dei raddoppi, Vujanic non ha replicato la
gara tutta sostanza di domenica sera, ma soprattutto ha evidenziato
ancora una volta la tendenza al seguire impotente gli eventi, in
caso di partenza positiva sappiamo di poterci contare, se stecca
i primi tentativi, la strada si fa più complicata
Come abbiamo scritto anche
analizzando la gara con la Metis, siamo di fronte ai pro ed
ai contro di una gestione tecnica che non prevede un regime di
pochi, una oligarchia titolare di diritti divini, in caso
di cattivo rendimento del titolare sono pronti gli altri a farsi
forte e sostituirlo, nessuno possiede il diritto dovere di prendersi
tiri garantiti e quindi ognuno dei ragazzi è chiamato a portare il
suo
mattone per la causa, tutti fattori teoricamente di pregio anche se
qualche giocatore magari ne risente e noi abbiamo l'impressione che
il serbo patisca la situazione e il giocare troppo
controllato non gli porti vantaggi ...
Tralasciando i problemi presunti di
Milos, meglio si dia una regolata per quando attraverserà
l'oceano, bisogna che festeggiamo la prima partita vera di Guyton,
la prima volta che il moro lascia intravedere i motivi del suo
reingaggio, si prende i suoi tiri, pure con le sue forzature e li centra e,
dato di assoluto rilievo, lo fa nel momento migliore, quando nessuno
dei compagni prendeva dentro una vasca da bagno e la su tripla sulla
sirena del secondo quarto ci
ha regalato quel pizzico di fiducia che forse serviva
Il secondo quarto era stato teatro di
nefandezze di ogni sorta ed forse era difficile
aspettarsi altro da un quintetto composto da tutti panchinari, gente
che scommettiamo mai giocato un minuto insieme nemmeno in allenamento, ma c'era poco da
fare, dopo l'illusorio 17-7 iniziale i titolari hanno messo in scena
una show del tutto particolare, da mani nei capelli, per i fortunati
che ancora se lo possono permettere ...
Quando ormai si
pensava al peggio, la metamorfosi, Delfino inizia con una tripla la
serie che lo porterà a segnare 17 punti nel secondo tempo, 13
nell'ultimo quarto, mentre dietro si chiudono le maglie difensive,
per circa 5 minuti il Pau non segna e il sorpasso si concretizza, ma
il solito Smodis, autore nel complesso di una partita più che
discreta, fa e disfa ...
Prima si fa scappare dalle mani l'inerzia della gara
facendosi coinvolgere in una mini rissa con Foirest, doppio tecnico
che apre il 7-0 per i francesi che sorpassano nuovamente, poi decide la partita con una serie di palle recuperate del tutto
provvidenziali
Ottenuto il massimo, due vittorie non
esaltanti, ci apprestiamo a giocare la gara verità in Turchia dove
non è obbligatorio vincere, ma sarà importantissimo l'approccio alla
gara, mantenere l'eventuale sconfitta ai minimi termini e
soprattutto inviare segnali in vista del ritorno
Cosa dicono le cifre :
Mai come stavolta la chiave della partita sta tutta in un dato, il rapporto tra
palle perse e recuperate, +9 per noi e relativo -8 per il Pau,
comprese quelle decisive calamitate da Smodis che hanno lanciato in
campo aperto Carlos per le penetrazioni vincenti
A conferma della nostra opinione
leggiamo di 30 tentativi da 3 rispetto ai 35 da 2, del tutto
sproporzionati, ma le nostre armi sono queste e lo stesso non è qui
che difettiamo, i 90 punti non sono certo un problema, sono i 91 che
rischiamo di prendere che si preoccupa ...
Up & Down :
Non abbiamo esitazioni, l'hombre del partido risponde al nome di
Carlos Delfino, una furia che si è abbattuta sulle residue
speranze dei transalpini, anonimo, indolente come suo solito nella prima
parte di gara, ma dominatore assoluto al momento di intravedere il
traguardo finale
Bene, poi male, poi ancora bene, poi
ancora maluccio, Vujanic non disputa certo il suo migliore incontro, ma quello che ci preoccupa è la
mancanza di personalità, magari le nostre aspettative non si basavano
su condizioni reali, ma solo su supposizioni, ma eravamo convinti di
avere per la mani un altro tipo di giocatore, senza negare che fino
ad oggi la stagione del ragazzo è ampiamente sufficiente, speriamo
sia una fase anomala della sua carriera e che la nostra previsione
iniziale trovi conferme |