Entusiasmo allo stato puro, un gruppo con un cuore che fa distretto
come l’attuale era da tempo immemore che non vestiva la nostra amata
F scudata, mai come in questa stagione ci sembra di rivedere lo
spirito che ci ha fatto innamorare, quello spirito che ci teneva
assieme nonostante i risultati risibili e la palese carenza tecnica
dei protagonisti di allora
Nel momento in cui dal cielo era piovuto il dono dell’Emiro, pronto
a portare in dote una base economica
considerevole, tutti noi illuminati della prima ora si credeva di
poter replicare quella atmosfera e di cogliere i frutti più dolci,
quel carattere che sempre accompagnava i 10 leoni che scendevano sul
campo, sostenuti dai leoni sugli spalti, era un connubio che non
poteva portare ad altro che a trionfi in serie
Purtroppo
lo abbiamo imparato a nostre spese, non sempre le ciambelle escono
col buco e per mille motivi quella massa incredibile di talento non
è mai riuscita ad incarnare quello spirito di cui ci siamo sempre
vantati, gli dei del basket sono sempre stati critici verso chi non
li rappresentava degnamente e
quei trionfi in serie si sono trasformati in uno scherzo di cattivo
gusto
Oggi è tutto ribaltato, in un modo o nell’altro, grazie ad uno, a
tanti, non importa, la storia sta cambiando, non
vogliamo azzardare pronostici, ma questi ragazzi hanno una tempra
d’acciaio e difficilmente cadranno vittime dei dubbi esistenzialisti
di certi eroi del passato, chi vuole batterci sa fin d’ora che deve
esprimere il massimo, le stagioni dei regali sono finite e sappiamo
fin d’ora che Basile
and co. non lasceranno nulla di intentato, si
spezzeranno, ma non si piegheranno, mai …
Ogni nostra vittoria vede un protagonista diverso, una perfetta
staffetta tra i tanti ottimi atleti di cui disponiamo, sintomo di
uno spogliatoio unito, una
sintonia di cui andare fieri
Abbiamo voluto scrivere questa premessa perché la convincente
vittoria di Gara1 poggia le radici in questo stato d’animo, ci
vogliono le doti balistiche di Guyton, ci vuole la sagacia tattica
di Repesa, senza il primo passo di Vujanic la grinta da sola non
basta, ma se si fosse respirata l’aria di altre volte, non crediamo
che di fronte all’avvio veemente di Treviso e soprattutto al grave
infortunio dell’uomo che fino a quel momento aveva fatto scrivere 17
con 7 tiri, ne saremmo usciti indenni, anzi …
Gli
addetti ai lavori amano spiegare questo particolare atteggiamento
aiutandosi con quello che loro definiscono il linguaggio del corpo e
non c’è dubbio che le risposte emotive degli uomini scesi in campo
erano del tutto diverse tra coloro che vestivano la maglia verde e
quelli che invece indossavano quella bianca e blu
Tante volte abbiamo lasciato sul campo scudetti proprio a causa di
questo stato d’animo che per i giocatori più scafati funziona come
un richiamo ancestrale, come il sangue per gli squali, quando
s’accorgono che qualcosa non funziona nell’avversario, è il momento in cui vanno per
azzannare la giugulare, Danilovic insegna …
Non siamo noi che dobbiamo spiegare i dettagli della gara, resta il
fatto che aprire la serie di semifinale giocando in casa, non
potendo contare sul migliore giocatore della partita precedente e
del lungo titolare, non poteva essere semplice, se poi ti trovi a ridosso del tuo avversario solo
grazie alle magie del giocatore che perdi per infortunio prima di
aver seriamente ripreso in mano la partita, lo scenario che ti
aspetta si fa grigio
Invece no, abusando delle difficoltà di Treviso, doveroso ricordare
il pessimo stato fisico delle stars della squadra di Messina, i
“sopravvissuti” hanno compiuto quella che a noi piace chiamare
impresa, incassata la sfuriata di un mostruoso Evans, hanno pensato
bene di concentrarsi sulla fonte primaria del gioco dei veneti,
Edney e sulle ali di una difesa decorosa e di un predominio a
rimbalzo quasi inaspettato, reagito come meglio non si poteva
Il quasi di prima ha un nome ed un cognome, Haris Mujezinovic
C’è poco da fare, Mottola ha tante qualità e noi non ce ne vorremmo
privare mai, però l’energia, la grinta, la cattiveria agonistica e
la capacità di lottare duro in difesa e sotto i tabelloni del nuovo
arrivato, il finlandese non ce le avrebbe mai offerte, come non è un
caso che i blocchi portati da Mujezinovic, qualitativamente
superiori a quelli portati da chiunque altro nella nostra squadra,
hanno la loro incidenza nella curva qualitativa verso l’alto presa
dal buon Guyton
Altro
aspetto innovativo, la contemporanea resa ad
alto livello di diversi componenti, quasi mai in passato si riusciva
ad ottenere prestazioni di rilievo da tutte le stelle, vere o
presunte di allora, nell’ambito della stessa partita (anche perché
ognuna di loro pretendeva un certo numero di tiri) questo gruppo
invece riesce sempre a distillare grandi giocate da tanti giocatori
diversi anche per limitati minuti, nessuno si rattrista se per
qualche azione non segna e si fa sempre trovare pronto quando il
compagno “on fire” si trova costretto a rifiatare
L’esempio migliore arriva dal più giovane, Belinelli ritrova il
parquet dopo una vita, ma sembra un veterano rotto a mille
battaglie, prende iniziative senza paura e fa pagare in attacco ogni
“battezzata” della difesa, mentre nella sua metà campo non si fa
certo suggestionare dal nome del suo avversario e bracca Edney come
meglio non si poteva attendere
Gara1 in saccoccia e morale alle stelle, qualche ansia per gli
infortunati, ma la consapevolezza che per la finale si dovrà passare
per forza dalle tavole del Paladozza, non caldo come l’anno scorso
ma solo per “colpa” del nuovo sistema di condizionamento che pare
funzionare perfettamente, rendendo il clima esterno (quello interno
di ognuno di noi difficilmente si raffredda) godibile come non mai
Cosa dicono le
cifre :
Un dato su tutti, dal quale questa Skipper non può prescindere, nel
momento in cui si tira da tre col 51,7%, un assurdo 15/29, diventa
praticamente impossibile controbatterci
Siamo una squadra di tiratori che non sempre si attesta su cifre di
questo genere, ma quando la difesa regge, il computo dei rimbalzi
risulta a nostro favore, si segna con questa continuità, la partita
si trasforma in una cavalcata vincente
Da urlo, meritevole di segnalazione, la fiammata di AJ, in una
manciata di minuti, dopo un avvio silente, 17 punti, 5 canestri da
fuori su 6 tentativi di cui 4 in 4 azioni consecutive o quasi e un
canestro di pregevole fattura in penetrazione, terminato purtroppo
su di un piede altrui
Up & Down :
Non ce ne voglia AJ, non ce ne voglia Vujanic, nonostante la tripla
pescata allo scadere, dopo un orribile passaggio sulle caviglie, nel
momento clou della partita, non ce ne voglia Smodis, la terrificante
schiacciate in faccia a Marconato resterà a lungo impressa nella
nostra mente, ma la vera colonna di questa squadra è il Capitano,
onore e gloria al cuore di Basile, sempre di più l’uomo chiave di
questa stagione
Niente da segnalare in negativo, alla prossima e ci
mancherebbe altro …. |