Un senso di
impotenza mai provato prima, una delusione cocente che non lascia
spazio a dubbi o recriminazioni, una resa incondizionata che
difficilmente sarà digerita nel breve termine, anche se è decisivo
guardare avanti
Siamo convinti estimatori di coloro
che giudicano le sconfitte in base alle modalità della stesse, non
ci importa più di tanto di aver perso l'ennesima finale, anche se
stavolta è quella più pregiata, quella a cui squadre ben più
attrezzate della nostra hanno bramato a lungo, ma non neghiamo
l'imbarazzo che proviamo in questo momento nel cercare di esprimere
il nostro punto di vista su questa Final Four bifronte
Siamo
totalmente contrari a qualsiasi tentativo di aprire dibattiti
inutili, non è stato un singolo giocatore a fallire completamente la
finale, tutta la squadra ha evidenziato ben oltre i suoi limiti le
pecche note dalla notte dei tempi, è crollata insieme, come un sol uomo,
quando è stato evidente che niente e nessuno avrebbe potuto fermare
la straordinaria energia che sospingeva gli uomini in giallo al
compimento dello loro missione
Noi si sperava di assorbire l'urto in
maniera differente, mai avremmo pensato che un solo episodio, la
grande stoppata di Parker a demolire la seconda penetrazione
consecutiva di Vujanic, potesse decretare la fine del confronto
Gli argomenti sarebbero molteplici,
il fattore campo, la mancanza di esperienza di quasi tutti i ragazzi
per
partite del genere, la difesa inesistente che ha portato a subire
221 punti, la tremenda possanza dei lunghi israeliani
che ha messo a nudo, dopo tante partite dove eravamo stati
fantastici a nasconderlo, l'incompletezza del gruppo, giocare con 5
esterni è bello, ma solo quando si segna da fuori e si pareggia
sotto i tabelloni e tanti ancora, ma il nostro credo è un altro
Repesa e i suoi ragazzi ci hanno
regalato per la seconda volta un sogno distante anni luce da quelli
passati, promessi fin da subito e mai mantenuti, un sogno che
abbiamo accarezzato a lungo, nessuno si vergogna, chiudendo gli
occhi e andando a scavare nei meandri del subconscio, di aver visto
Basile alzare la Coppa, esattamente come lo scorso anno la
Cenerentola o quasi del tabellone dei play-off italiani aveva osato
mettere in ambasce la grande Treviso, passando indenne dalle sfide
con Thorton e Parker, curiosamente ritrovati a Tel aviv
Per
questo, a mente fredda, ci sentiamo in dovere di applaudire senza
tentennamenti uno per uno coloro che ce lo hanno permesso, è dura accorgersi di essere passati alla storia come la squadra
che ha subito lo scarto maggiore in una finale, ma
siamo lo stesso fieri di esserci arrivati con questo gruppo, meno
attrezzato delle reali pretendenti e se c'eravamo noi e non altri, a
subire l'irruenza di campioni di tutto come l'incredibile Jasikevicius, deve essere un monito per chi aspirava ad esserci, ma
ha fallito come e più di noi, prima di noi ...
Abbiamo sempre avuto l'arroganza di
ritenerci persone obiettive e non svicoleremo dal parlare di Vujanic,
il nostro faro, il giocatore da tutti indicato ad inizio stagione
come l'uomo guida che una volta ancora si è fatto trovare
impreparato nel momento chiave, poco avrebbe potuto, solo contro
tutti, ma qualcosa deve cambiare
Il ragazzo ha fallito, poche storie,
le sue prime esperienze ad alto livello sono state drammatiche, la
Coppa Italia, la semifinale contro Siena, i primi minuti della sfida impossibile di
sabato, immediatamente sostituito da Pozzecco, pure lui
terrorizzato dal peso della responsabilità, sono segnali evidenti
che il serbo non è ancora pronto per certi palcoscenici, non
possiede ancora la forza per essere il capo branco di un gruppo che
abbisogna di lui come l'aria che respira
Abbiamo però negli occhi quei cinque
minuti di fuoco che sono seguiti, i buoi erano ormai scappati, ma in
quei minuti abbiamo rivisto l'uomo a cui affidare le nostre più
recondite speranze e crediamo, anzi ne abbiamo l'assoluta certezza,
che per lui, per questo gruppo, la storia che recita che solo
perdendo si impara a vincere, partite e lotte coi propri nervi, sia
di estrema attualità
Adesso
è il momento per la nostra società di mandare un segnale forte, le
più alte sfere devono farci capire che la lezione del 1996 è stata
imparata alla perfezione, che questa sconfitta sarà
considerata un punto di partenza, il gruppo va mantenuto compatto il
più possibile e la ovvia rabbia deve essere incanalata per uno scopo
comune, per migliorare, non per distruggere, come allora
Vujanic deve essere come e più di
prima il nostro leader in campo, la società deve lavorare forte per
fargli capire che è ancora presto per cercare gloria in un sistema
che fatica a perdonare come quello NBA e che stavolta è lui che deve
farsi carico della missione di concederci altri sogni come questo
Da un punto di vista tecnico è palese
il nostro punto debole, la cattiveria difensiva, la pugna sotto i
tabelloni, lacune che potrebbero trovare in Mujezinovic
l'uomo della provvidenza, il suo inserimento e il ritorno di VDS ad una
condizione accettabile sono i due capisaldi sui quali lavorare
per sgombrare la mente
Ci dispiace solo che il tonfo in
finale abbia messo in ombra la fantastica galoppata della semifinale
dove la squadra più in forma d'Europa, quella che meno di tutte
aveva faticato per staccare l'invito al ballo, è stata dominata
tatticamente da un Pozzecco extralusso e dal Delfino che non ti
aspetti, alla sua migliore prestazione ogni epoca in maglia Skipper,
con l'infante Mancinelli a stampare istantanee
Per ultimo abbiamo
tenuto il ringraziamento più grande di tutti per Capitan Basile,
probabilmente il peggiore della truppa, mai entrato in ritmo, sono
venuti meno i suoi tiri ignoranti, tiri che nel complicato
equilibrio di questa Skipper sono vitali, quando sai in partenza che
il computo dei rimbalzi ti vede soccombere, quando già sai che il
tuo terreno migliore dove batterti non è certo la metà campo
difensiva, i canestri dalla lunga sono la tua linfa vitale, seccati
quelli, il destino non è più nelle tue mani ...
Siamo però riconoscenti, siamo consci
che senza Gianluca migliaia di bolognesi, altre migliaia, avrebbero
passato un fine settimana diverso, magari al mare, in vacanza con la
famiglia, momenti più rilassati e sereni, ma nella vita un pizzico
di sale ci vuole, eccome, e poche altre storie sportive riescono in
questa impresa come riesce sempre alla nostra amata Fortitudo
Forza ragazzi, la stagione è ancora
lungi dall'essere finita e nessuno di noi intende mollare, non ora
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