IL COMMENTO DELLA PARTITA


Final Four

29/04/04 - Montepaschi Siena vs
FORTITUDO 102-103 dts

01/05/04 - Maccabi Tel Aviv vs FORTITUDO  118-74

 

Un senso di impotenza mai provato prima, una delusione cocente che non lascia spazio a dubbi o recriminazioni, una resa incondizionata che difficilmente sarà digerita nel breve termine, anche se è decisivo guardare avanti

Siamo convinti estimatori di coloro che giudicano le sconfitte in base alle modalità della stesse, non ci importa più di tanto di aver perso l'ennesima finale, anche se stavolta è quella più pregiata, quella a cui squadre ben più attrezzate della nostra hanno bramato a lungo, ma non neghiamo l'imbarazzo che proviamo in questo momento nel cercare di esprimere il nostro punto di vista su questa Final Four bifronte

Siamo totalmente contrari a qualsiasi tentativo di aprire dibattiti inutili, non è stato un singolo giocatore a fallire completamente la finale, tutta la squadra ha evidenziato ben oltre i suoi limiti le pecche note dalla notte dei tempi, è crollata insieme, come un sol uomo, quando è stato evidente che niente e nessuno avrebbe potuto fermare la straordinaria energia che sospingeva gli uomini in giallo al compimento dello loro missione

Noi si sperava di assorbire l'urto in maniera differente, mai avremmo pensato che un solo episodio, la grande stoppata di Parker a demolire la seconda penetrazione consecutiva di Vujanic, potesse decretare la fine del confronto

Gli argomenti sarebbero molteplici, il fattore campo, la mancanza di esperienza di quasi tutti i ragazzi per partite del genere, la difesa inesistente che ha portato a subire 221 punti, la tremenda possanza dei lunghi israeliani che ha messo a nudo, dopo tante partite dove eravamo stati fantastici a nasconderlo, l'incompletezza del gruppo, giocare con 5 esterni è bello, ma solo quando si segna da fuori e si pareggia sotto i tabelloni e tanti ancora, ma il nostro credo è un altro

Repesa e i suoi ragazzi ci hanno regalato per la seconda volta un sogno distante anni luce da quelli passati, promessi fin da subito e mai mantenuti, un sogno che abbiamo accarezzato a lungo, nessuno si vergogna, chiudendo gli occhi e andando a scavare nei meandri del subconscio, di aver visto Basile alzare la Coppa, esattamente come lo scorso anno la Cenerentola o quasi del tabellone dei play-off italiani aveva osato mettere in ambasce la grande Treviso, passando indenne dalle sfide con Thorton e Parker, curiosamente ritrovati a Tel aviv

Per questo, a mente fredda, ci sentiamo in dovere di applaudire senza tentennamenti uno per uno coloro che ce lo hanno permesso, è dura accorgersi di essere passati alla storia come la squadra che ha subito lo scarto maggiore in una finale, ma siamo lo stesso fieri di esserci arrivati con questo gruppo, meno attrezzato delle reali pretendenti e se c'eravamo noi e non altri, a subire l'irruenza di campioni di tutto come l'incredibile Jasikevicius, deve essere un monito per chi aspirava ad esserci, ma ha fallito come e più di noi, prima di noi ...

Abbiamo sempre avuto l'arroganza di ritenerci persone obiettive e non svicoleremo dal parlare di Vujanic, il nostro faro, il giocatore da tutti indicato ad inizio stagione come l'uomo guida che una volta ancora si è fatto trovare impreparato nel momento chiave, poco avrebbe potuto, solo contro tutti, ma qualcosa deve cambiare

Il ragazzo ha fallito, poche storie, le sue prime esperienze ad alto livello sono state drammatiche, la Coppa Italia, la semifinale contro Siena, i primi minuti della sfida impossibile di sabato, immediatamente sostituito da Pozzecco, pure lui  terrorizzato dal peso della responsabilità, sono segnali evidenti che il serbo non è ancora pronto per certi palcoscenici, non possiede ancora la forza per essere il capo branco di un gruppo che abbisogna di lui come l'aria che respira

Abbiamo però negli occhi quei cinque minuti di fuoco che sono seguiti, i buoi erano ormai scappati, ma in quei minuti abbiamo rivisto l'uomo a cui affidare le nostre più recondite speranze e crediamo, anzi ne abbiamo l'assoluta certezza, che per lui, per questo gruppo, la storia che recita che solo perdendo si impara a vincere, partite e lotte coi propri nervi, sia di estrema attualità

Adesso è il momento per la nostra società di mandare un segnale forte, le più alte sfere devono farci capire che la lezione del 1996 è stata imparata alla perfezione, che questa sconfitta sarà considerata un punto di partenza, il gruppo va mantenuto compatto il più possibile e la ovvia rabbia deve essere incanalata per uno scopo comune, per migliorare, non per distruggere, come allora

Vujanic deve essere come e più di prima il nostro leader in campo, la società deve lavorare forte per fargli capire che è ancora presto per cercare gloria in un sistema che fatica a perdonare come quello NBA e che stavolta è lui che deve farsi carico della missione di concederci altri sogni come questo

Da un punto di vista tecnico è palese il nostro punto debole, la cattiveria difensiva, la pugna sotto i tabelloni, lacune che potrebbero trovare in Mujezinovic l'uomo della provvidenza, il suo inserimento e il ritorno di VDS ad una condizione accettabile sono i due capisaldi sui quali lavorare per sgombrare la mente

Ci dispiace solo che il tonfo in finale abbia messo in ombra la fantastica galoppata della semifinale dove la squadra più in forma d'Europa, quella che meno di tutte aveva faticato per staccare l'invito al ballo, è stata dominata tatticamente da un Pozzecco extralusso e dal Delfino che non ti aspetti, alla sua migliore prestazione ogni epoca in maglia Skipper, con l'infante Mancinelli a stampare istantanee

Per ultimo abbiamo tenuto il ringraziamento più grande di tutti per Capitan Basile, probabilmente il peggiore della truppa, mai entrato in ritmo, sono venuti meno i  suoi tiri ignoranti, tiri che nel complicato equilibrio di questa Skipper sono vitali, quando sai in partenza che il computo dei rimbalzi ti vede soccombere, quando già sai che il tuo terreno migliore dove batterti non è certo la metà campo difensiva, i canestri dalla lunga sono la tua linfa vitale, seccati quelli, il destino non è più nelle tue mani ...

Siamo però riconoscenti, siamo consci che senza Gianluca migliaia di bolognesi, altre migliaia, avrebbero passato un fine settimana diverso, magari al mare, in vacanza con la famiglia, momenti più rilassati e sereni, ma nella vita un pizzico di sale ci vuole, eccome, e poche altre storie sportive riescono  in questa impresa come riesce sempre alla nostra amata Fortitudo

Forza ragazzi, la stagione è ancora lungi dall'essere finita e nessuno di noi intende mollare, non ora ...

 
 

© Quelli che... la Fortitudo

 

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