Ufficiale, il
countdown che ci separa dalla prima sconfitta in
campionato è stato lanciato ...
I segnali che
stanno arrivando sono troppo precisi e netti per non avvertirli, i
pilastri sui quali avevamo costruito lo prima, splendida, parte
della stagione, stanno scricchiolando sinistramente
Noi pensiamo che
la gran parte del merito della partenza a razzo vada attribuito allo
staff tecnico, al loro lavoro iniziato a Bologna durante il
terremoto epocale che scuoteva Basket City e rifinito nel
fresco e nella quiete dei boschi di Rogla
Adesso stiamo
patendo i primi sintomi della stanchezza, la difesa non morde più
come tempo fa e ci si trova costretti a rovistare nella spazzatura
molto prima del previsto, siamo ancora in grado di trovare
l'antidoto pescando dalla panchina, ma il margine di recupero è
sempre più lieve e l'unica soddisfazione di oggi è il saluto finale
Per una volta il
quintetto scelto da Repesa si dimostra sbagliato,
Belinelli, reduce da qualche pausa di troppo in panchina negli
ultimi tempi, pecca di ritmo e lascia troppo spazio all'unico
tiratore rimasto alla decimata compagine irpina, il carneade Ryan
infila canestri e recupera palloni esaltando l'attacco ospite che si
permette di segnare qualcosa come 30 punti nel solo primo
quarto, con la colpevole connivenza della peggiore difesa mai
mostrata finora dai nostri ragazzi
Le mille rotazioni
a nostra disposizione non trovano sbocchi felici, ci chiediamo cosa
sia successo a Mancinelli che dopo l'ottima partita di
Atene è pronto per una puntata di "chi l'ha visto",
intanto i suoi coetanei (al Belinelli iniziale vanno aggiunti
Fultz e Lorbek, in tre produrranno un -1 totale
di valutazione) vengono presi a schiaffi dalla difesa avversaria
La dimostrazione
di non reattività di tutta la squadra, nessuno escluso, è tanto
evidente quanto la mano fatata della bionda guardia avellinese che
persiste nel suo show senza rete, nel senso che i suoi tiri, la
distanza non è un problema, entrano sempre nel cesto solo
sfiorandola
Il Paladozza
si innervosisce all'ennesima prestazione balistica, ma il crudele
tabellone recita 43-52 con 23 punti del cambio del
cambio dei titolari Komazec e Middleton, stasera
spettatori non paganti
Per salvarCI
dal soldato Ryan, bisogna obbligatoriamente mandare un uomo
in missione
La fantasia ci
difetta, in diversi avevano provato con le buone o con le cattive ad
arginare il ciclone, ne restava solo uno, peccato fosse anche
l'unico in grado di dare continuità ad un attacco spuntato e con
poche idee e sinceramente si pensava a qualcosa di impossibile ...
Ci mettiamo in
ginocchio sui ceci, chiediamo venia per aver pensato male, ma il
secondo tempo di Vujanic è quasi irreale, pensando che la
contrattura che lo aveva frenato a Kaunas non era del tutto
assorbita, non ci riesce di capire come abbia potuto mettere le
manette al cannoniere principe, non un tiro facile e solo due liberi
per lui nei secondi 20 minuti e nel contempo segnare 19
punti, tutti pesanti come macigni
In questo momento
la Skipper è del tutto legata a filo doppio alla prestazione
del giovane serbo, lui è il faro, la ciambella di salvataggio alla
quale aggrapparsi, se lui stecca, la Skipper stecca, se lui
va, allora forse va anche la Skipper
Alla fine, una
volta vistasi passata, Avellino ha mollato gli ormeggi, in
diversi hanno dato una mano di colore al loro score, ma l'unico che
ci sentiamo in dovere di elogiare, di citare come l'unica spalla
credibile del padrone della partita è Matjaz Smodis

Il ragazzo sta
ancora cercando una condizione anche solo decente, ma il cuore, la
grinta, il carattere che sprigiona lo sloveno sono una luce nelle
nebbie che attraversano le menti di gente come Mottola,
VDS, Delfino, incapaci di trovare contromisure ad una
difesa arroccata attorno ai muscoli di Massie e fragili come
farfalle in retroguardia
Smodis
invece ruggisce, l'unico, strappa palloni dalle mani degli
avversari, tiene vivi quelli vaganti, si fa spazio a spallate tra i
tentacoli avversari e firma 9 punti del quarto, il terzo, che
vede la Skipper riacciuffare per miracolo il match, punti che
si sommano agli 11 di Vujanic e ai 2 di
Prato, i loro compagni non pervenuti
Gli stessi nomi
sono quelli che firmano il break decisivo, le triple di Milos
e i rimbalzi pesanti di Matjaz aprono la strada per le
pennellate finali di Mottola e Delfino, ma il lavoro
sporco non ha toccato le loro mani, immacolate
Ci aspetta
l'ennesima settimana di dolore e lacrime, bisogna prepararsi al
meglio a due scontri verità, quello di giovedì per non trovarsi
subito a rincorrere in Europa, anche se il Maccabi è
avversario da far tremare i polsi a chiunque e quello di sabato a Pesaro,
per capire quanto si possa davvero sperare di mantenere a lungo
questo primato solitario
Cosa dicono le
cifre :
Se siamo usciti
dalle sabbie mobili, lo dobbiamo solo a due voci statistiche nuove, la tenuta a rimbalzo, l'avversario non era certo
granitico quanto quello lituano, ma tutto fa brodo e al 50% nelle
triple di Vujanic che sono una cifra controcorrente alle
solite della stagione, ma l'unica arma che ci era rimasta per
restare aggrappati ad un match che non ne voleva sapere di tornarci
a sorridere
Una sola
schiacciata, un buon assist di Pozzecco, ottimo nei suoi
minuti, ma secondo noi giustamente tenuto a freno da Repesa,
la sua frenesia portava punti, ma non rendeva più complessa la
manovra avversaria, i suoi canestri erano immediatamente elisi da
quelli irpini, mentre serviva una partita più attenta, dove magari
era meglio subire un canestro in meno, piuttosto che segnarne uno in
più
Il centro
avversario, un onesto Massie, giocatore che raccoglie sempre
buone cose, ma da non considerare un dominatore delle aree, segna
25 punti, 9/11 da 2, 1/1 da 3 con
12 rimbalzi, segnale che si sta giocando col fuoco, se i nostri
lunghi non si svegliano dal torpore che li sta attanagliando, ci
aspettano momenti duri, durissimi ...
Up & Down :
Il futuro
playmaker dei NY Knicks gioca ad un piano superiore, per
molti, non è pensabile citarlo sempre in questa rubrica, allora il
posto lo merita ampiamente Smodis, sarebbe il caso che altri
talenti tecnici e fisici che indossano la stessa maglia gli
copiassero la voglia di giocare e di dare il massimo, per loro
stessi, per la squadra e per il pubblico che li adora
Ci prendiamo la
responsabilità di affermare che alla gente che assiepa le tribune
del Paladozza vedere i ragazzi uscire dopo aver dato tutto,
ma proprio tutto quello che si ha nel cuore, nei muscoli, nei
polmoni, è più importante della vittoria in sé
Non tutti sembrano aver capito la lezione, Smodis
sì ...
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