ROSTER 2003-2004
 ARTHUR J. GUYTON              #18 Guardia
 

Complicato, tortuoso, pieno di dubbi, il rapporto tra la Fortitudo e l'ex Hoosier, uno dei tanti allievi del maestro Bobby Knight, inaspettatamente si ricompone

La stagione passata era stata teatro della prima puntata di questo melodramma,
Guyton, liberato dai Bulls, non trova altro che disputare un paio di gare con i Warriors e di fatto entra prepotentemente nella lista dei giocatori di sicuro interesse stilata dal nostro G.M., alla caccia di una seria alternativa al deludente Scepanovic

Purtroppo la sua voglia matta di NBA si dimostra un legame troppo forte, dopo il primo contatto si alza la fumata nera, dice, c'è ancora speranza di trovare un nuovo contratto, ne riparliamo più avanti ...

Passano i mesi, Vlado non si riscatta come non migliora il rendimento della squadra sui campi della penisola e allora Savic decide di riprovarci, A.J. capitola e si presenta alla corte di Repesa con lo scopo principale di ridare smalto ad un gruppo che non ne voleva sapere di trovare il bandolo della matassa

Le prime prestazioni sono davvero poco felici, si dimostra per nulla adatto a destreggiarsi nel ruolo di play, in difesa il suo fisico esile e i suoi pochi centimetri non lo identificano come un mastino da inviare in missione ed anche al tiro non offre spunti particolari al suo nuovo pubblico

Lentamente, senza grandi scosse, si conclude
la peggiore stagione regolare mai disputata dalla Fortitudo nei tempi moderni e solo un curioso gioco di incastri porta la squadra bolognese dal lato più semplice del tabellone dei playoff

Il nostro non ha contribuito a quel salto di qualità sperato e anche sugli spalti in tanti rumoreggiano, ma l'unico parere che sposta gli equilibri è il giudizio del picconatore principe

Se possibile, il suo atteggiamento è anche peggiore di quello di Goldwire, tuona Seragnoli, una sentenza che lascia poco spazio alla fantasia, solo Repesa dalla sua postazione privilegiata continua a difenderlo, ma il retaggio del passato è duro a morire ...

Siamo alla gara di ritorno conto Trieste, ottavi di playoff,  quando arrivano i primi segnali di vita, una serie di triple in apertura spaccano la partita e tolgono dubbi sul risultato finale, niente di eclatante, un buon viatico per la durissima serie che ci attende, avversario la temibile Oregon, bella riposata, pronta farci a fette al Pianella


Il risultato finale non sarà quello atteso, arriverà puntuale la sconfitta ma è da questo momento che la stagione prende una svolta

Basta coi lunghi passaggi a vuoto dopo inizi promettenti, A.J. inizia martellando e prosegue imperterrito, alla fine i punti saranno 26, massimo in maglia Skipper, ottenuti grazie ad un favoloso 8/12 da 3, prestazione balistica che svela l'arcano e ci fa conoscere le doti migliori del ragazzo, la rapidità di esecuzione nel tiro da fuori, la diabolica abilità di sfruttare i blocchi e la per nulla disprezzabile sensazione di essere davanti ad un giocatore che offre il meglio di se sotto pressione, avido di palloni pesanti ...

Suo il canestro del -1 in gara4 che afferra per i capelli una partita quasi persa, suo anche un canestro nel finale di gara5 di semifinale contro la Lottomatica che ci permette di giocare la partita fino all'ultimo secondo, col risultato a tutti noto

Lasciamo
Guyton mentre mette a segno l'ennesima perla, la tripla che riapre gara4 di finale scudetto, un canestro folle che purtroppo non serve a nulla contro i liberi segnati da Edney e lo lasciamo con ancora addosso la febbre da NBA, una malattia che che non gli permette di usare la razionalità presente in un giovane decisamente intelligente e lontano dallo stereotipo del giocatore di colore

Savic è pronto a riconfermarlo, ma inizia un lungo braccio di ferro, conclusosi con un triste addio, diventato poi un arrivederci, che, parole dello stesso A.J., sarebbe stato il più grande errore della sua pur giovane carriera

Difficile dargli torto, il seguito di questa vicenda riporta un interesse estivo dei Pistons mai sfociato in un contratto e l'approdo a Tel Aviv, sponda Hapoel, esperienza iniziata male e terminata peggio, passando attraverso dissapori col coach, col quale il rapporto personale non deve mai essere decollato come nei loro piani

Il nostro minimizza, i media locali riportano fatti antipatici, ma non possiamo giudicare quello che non abbiamo vissuto in prima persona, ci accontentiamo di rilevare il 37% nel tiro da 3 e i 11,6 di media

Oggi si mette quindi fine a questa storia piena di colpi di scena, A.J., nato il 12/02/1978 a Peoria (Illinois) torna a Bologna cospargendosi il capo di cenere, facendo capire che il morbo è stato combattuto e vinto e la sua mente è sgombra, pronta a concentrarsi per raggiungere il massimo apice della sua carriera sui campi europei e non altrove

Cosa potrà offrire a questa Skipper un giocatore come lui non è facilissimo a spiegarsi, le sue doti sono, sulla carta, doti che mancano, dovrebbe sgravare Basile dal ruolo di unico tiratore affidabile, potrebbe sollevare Delfino da compiti di regia nei quali si applica solo perchè a ricevere il pallone per il tiro non può essere lui, tiratore mediocre, ma sono enigmi che noi lasciamo, con malcelata soddisfazione, nelle abili mani del nostro condottiero ...

In molti, leggendo le cifre della scorsa stagione, 21 partite, 12,3 punti segnati in 27,7 minuti di utilizzo con percentuali non roboanti, 46,7% da 2, 38,7% da 3 e 75,0% dalla lunetta, potrebbero chiedersi su cosa si basavano le sue speranze di giocare da protagonista in una delle franchigie NBA

Guyton ha un percorso scolastico di primissimo ordine, ha giocato 4 anni ad Indiana, una della Università americane più famose, una di quelle con il programma sportivo spinto ai massimi livelli, guidata da uno dei coach più carismatici di sempre, quel Knight conosciuto dai più per i suoi maglioni non esattamente in linea coi dettami dell'etichetta richiesta agli allenatori della NCAA, oppure per il suo carattere estroverso, ma quello che conta è che sia uno dei tecnici più bravi (ed esigenti) della storia recente

Durante questi anni raccoglie tutte le menzioni d'onore immaginabili, sempre in doppia cifra, termina la stagione da senior con 19,1 punti di media e, globalmente, con 16,4 in 128 partite, un massimo di 34 contro Michigan State risultando il giocatore con più canestri realizzati (anche un ottimo 41,4% su 684 tentativi) dalla lunga distanza di tutta la storia dell'Ateneo

Con queste credenziali viene chiamato dai Bulls al numero 32, quindi una scelta non certo alta, segnale che nella Lega maggiore qualcuno si era già posto il problema della sua collocazione in campo, taglia fisica da point guard, ma impostato come guardia tiratrice, ruolo che su quei parquet è proprio di giocatori molto più alti e prestanti

Nonostante questi dubbi riesce a rientrare nei loro piani e trova persino una buone dose di minuti per mettersi in mostra, ma una discreta prima annata non trova conferme in quella successiva

La sua esperienza termina in questo modo, consegnando alla storia cifre che recitano 5,5 punti in 15,6 minuti, un high di 24 e una media al tiro da 3 vicina al 38%, niente a che vedere con le rosee prospettive dei tempi del College

Un tormentone dei fumetti di una vita fa recitava tutto è bene ciò che finisce bene, A.J. è nuovamente con noi, indosserà la maglia numero 18, un numero in più di quella indossata lo scorso anno, con la sottile speranza che non sia solo il numero di gioco a fare un passo avanti rispetto al passato più recente ...

 
 

© Quelli che... la Fortitudo

 

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